Sotto il controllo dei militari.


31-1-2017

Torno al mio vecchio posto di lavoro per portare un plico, sinceramente non so cosa ci sia dentro. (L'ambiente però è differente, solitamente lo sognavo uguale o simile) 
Devo consegnarlo ad uno dei miei ex colleghi ma non c'è quindi la persona che mi ha accolto, va a prendere un suo biglietto da visita in modo che io possa contattarla. E’ la collega che segue Napoli. Guardo il biglietto. Da un lato è stampato il contatto dall'altro un’ immagine: la sua foto ritratto con l’inquadratura molto vicina; guardandola sinceramente mi stranisce, il suo volto è estremamente vecchio e deforme. Che strano penso. Colgo l’occasione per andare a salutare vecchie conoscenze e salgo al piano superiore fermandomi in una stanza con segreteria, li chiedo. 
Domando inoltre se hanno bisogno di personale e mi viene consegnato un modulo e una vecchia macchina da scrivere molto essenziale di cui vedo solo una piccola tastiera. Mi giro per trovare un posto dove sedermi e noto vicino alla porta da dove sono entrata, un grande apparecchio atto alla ricezione televisiva dal design molto vecchio, forse anni '60 diviso in due pezzi posti uno sopra l' altro. Quelli che dovrebbero essere gli schermi non hanno il vetro ma diversi cavi e piccole schede elettroniche che penzolano. In questo momento ricordo che non è la prima volta che trovo questo apparecchio e mi metto ad aggiustarlo. (vedere sogno Un lavoro per Jonny)
Dopo un tempo indefinito entra una donna di circa cinquant'anni vestita elegantemente, i capelli hanno mesh bionde. Una bella donna in carriera già avviata. Mi vede e mi saluta. 
La riconosco in un secondo momento. (Non ho idea di chi sia nella realtà o non ho ricordo) Quando mi sovviene il ricordo (nel sogno), la riconosco come una persona con cui ho avuto molto a che fare in passato. Ci spostiamo nel grande corridoio a vetri dal quale entra molta luce diurna e ci fermiamo di fronte ad un piccolo tavolino bianco alto e di design molto moderno.
E' tutto bianco e vetro. Teniamo una conversazione breve prima che le chieda di voler fare richiesta di tornare a lavorare per loro. Lei assume un tono differente, più serio e mi avvisa: "i militari hanno preso il controllo di tutto". Qualche attimo lo uso per ponderare la sua risposta. In quel momento arriva un altra donna, vestita molto bene, probabilmente un'altra dirigente. Quando si avvicina riconosco subito anche lei. Si avvicina a noi sorridendo e salutandomi. Brevi convenevoli. 
Vedo subito che qualcosa nella donna non va. Il suo volto è sicuramente ritoccato dalla chirurgia e bagnato da lacrime di fresco. Lei mi sorride per nascondere il suo dolore ma quando mi abbraccia una ondata di quel dolore mi attraversa in pieno. Sento che mi dispiace molto per lei. 



Commenti

Post popolari in questo blog

Il Loosh.

L'energia canalizzata.

Le montagne colorate del Perù.