Tutankhamon.


3 – 9 – 2005


Mi trovo all' interno di una caverna completamente chiusa ma illuminata da una luce naturale che viene sprigionata dalle pareti di color ambra e oro. Lo spazio in cui mi trovo è di forma circolare con una altezza approssimativa di 10mt, di fronte a me l’ansa di un fiume. Posizionato nell'ansa e sopra l’acqua, scorgo un meccanismo fatto di legno chiaro che scorre da destra a sinistra. Lo osservo bene, sembra un nastro trasportatore in movimento. Sta trasportando qualcosa, una sorta di di statua di forma vagamente umana molto grezza che poggia sul fianco con il volto rivolto dalla mia parte. Sento il bisogno di avvicinarmi a lei, mi ferma però l’idea di salire sopra quel meccanismo costantemente in movimento. Il richiamo però è forte e con un balzo salto il fiume e atterro sulla pedana mobile proprio nel momento in cui la statua è di fronte a me stando attenta a non salirci sopra. La luce cambia, diventa tutto più scuro e io mi distendo lungo la statua vis a vis. Osservo i suoi occhi intensamente mentre cominciano a prendere vita ridisegnando quello che un tempo era un trucco tipico egiziano. Perfettamente delineati con segno nero l’iride è di color bronzo misto oro. 


Anche il viso ora riprende vita, si colora, la pelle è scura ma non nera direi molto abbronzata. Sopracciglia perfettamente disegnate, ritengo sia un giovane dai lineamenti perfetti. Continuiamo a guardarci intensamente senza proferire parola, quello che posso comunque vedere data la nostra vicinanza è sempre e solo il suo occhio sinistro che vedo inumidirsi come se avessi bisogno di una conferma della sua reale esistenza. Sento l’intensità del momento come se finalmente avessi trovato la pace e la tranquillità che stò cercando.  Dopo un tempo indefinito e senza mai cambiare posizione,  il suo braccio sinistro si piega verso il mio e giunto all'altezza del cuore prende la mia mano, improvvisamente il soffitto della caverna diventa una cupola di stelle. Con mio enorme stupore guardo il cielo luminoso. Abbasso lo sguardo verso di lui e pronuncio il nome Tutankhamon, come a voler dare conferma a me stessa di sapere chi avevo di fronte e nuovamente il tempo rallenta e prendo coscienza della sua identità.
 Il meccanismo si è fermato per tutto questo tempo e di questo non me ne sono accorta. Riprende a muoversi con me al suo fianco.  

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