La banca MUSE.



5-1-2014

Mi trovo in un cavò di una banca, ci sono altre persone con me una delle quali è il banchiere che mi sta mostrando e descrivendo delle monete d’oro con altro materiale, ma so che non è per me perché non me le potrei permettere. Sono di qualcuno che sto accompagnando, ma che non vedo. Quando usciamo dal cavò noto che la banca ha anche un bar. Ci fermiamo a mangiare qualcosa, noto che diverse persone vanno e vengono. Decido di parlare con un addetto alla banca per avere alcune informazioni e chiedo come si chiama la banca. L’addetto mi mostra un biglietto da visita dove vedo il nome M U S E con riprodotto un logo che riprende la facciata di un tempio greco con quattro colonne e un basamento fatto da due gradoni e frontale triangolare. Dalle grandi finestre nella sala principale osservo fuori e capisco che siamo in montagna, è una bella giornata di sole. I 'addetto mi propone un contratto con loro cambiando la mia vecchia banca e io accetto firmando. Passo diverse ore in quel posto e si fa sera. Mi viene in mente che non mi sono informata su quanto mi sarebbe costato il prelievo da casa mia, dato che non ha sedi nella mia città e non ce ne sarebbero state, così cerco l’addetto con cui avevo parlato prima. Lo vedo di spalle mentre mi passa dal fianco sinistro e noto che porta una camicia bianca con le maniche tirate su e dei copri-avambracci di pelle nera (come i guerrieri greci). Lo fermo ma non ricordo quello che ci diciamo. Esco, è buio e con sorpresa vedo che la corriera con la quale sono arrivata (come se fossi stata in visita organizzata) non c’è più…penso "mi hanno lasciata qui"! 
Mi guardo intorno spaventata e non vedendo nulla percorro a piedi un po’ di strada avanti e indietro dopodiché decido di tornare alla banca per cercare qualcuno al telefono. L'unica persona che conosco e che potesse essere stata in corriera con me (perché non ricordo in quel momento con chi sono giunta) è la B., ma quando provo a chiamarla, l’unica cosa che sento, è una voce metallica disturbata. 
Un ragazzo alla reception quando nota il mio rientro, mi chiama e mi avvisa che prima si sono dimenticati di consegnarmi un cadeaux. (un pacchettino rosso con nastro dorato). 
Esco nuovamente e questo ragazzo mi segue chiamandomi. Mi giro verso di lui e scorgo il cielo stellatissimo tipico dell'ambiente montuoso. E’ moro, porta occhiali neri, magrolino e tremolante, come se avesse una malattia. Mi chiede se anche a mia madre potesse interessare questa banca ma io gli rispondo che è improbabile dato che ha la stessa da molti anni. Lo saluto e me ne vado.

C.S.: una stanza in penombra, sto prendendo qualcosa dalla mia borsa. Probabilmente sono in una stanza d’albergo. Mi sposto in bagno e mi specchio. Guardandomi mi riconosco. Alle mie spalle vedo arrivare mia zia che mi saluta calorosamente e mentre le spiego uscendo dal bagno che sono dovuta tornare da sola, vedo sulla porta del corridoio sua sorella che mi saluta e il marito dietro. Dico a loro con sarcasmo che avrebbero potuto anche fare la conta sulla corriera prima di partire. Lei da la colpa allo zio e lui con sarcasmo gli dice che aveva un impegno. 

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